2 agosto 1944, la strage della canonica di San Biagio

per comprendere cosa accadde in quel tragico evento riportiamo il discorso pronunciato all’inaugurazione della lapide commemorativa

8 settembre 2019 – benedizione lapide 75° strage canonica di San Biagio

 

Nell’ agosto 1944, a Firenze sono già arrivati gli americani, la sera del 3 agosto abbatteranno tutti i ponti e l’11 Firenze sarà libera.

A Pisa: la situazione è ancora drammatica; l’arcivescovo di Pisa, Mons. Gabriele Vettori intrattiene una fitta corrispondenza con autorità civili e militari per difendere o chieder giustizia per sacerdoti condannati, deportati, imprigionati o trucidati per la loro attività parrocchiale, ma anche per civili imprigionati o deportati.

È inoltre noto il suo personale impegno per l’asilo offerto ai cittadini ebrei, ai perseguitati politici, ai condannati dai tribunali

Tutte le autorità civili compresi Prefetto e podestà si trasferiscono alla Certosa di Calci, anche il seminario arcivescovile.

Il 21 giugno 1944 il Prefetto scrive all’ Arcivescovo al quale “affida il governo della provincia”.

Lui lascia la carica e si rende irreperibile.

E’ il caos.

Unica autorità presente –per 75 giorni- sarà solo l’arcivescovo.

Lui governerà in questi tempi di emergenza e sfamerà i rimasti in città facendo usare le cucine del seminario e dei conventi di città.

Per questa “nobilissima carità e la civica solidarietà” all’arcivescovo e al clero verrà conferita con voto unanime, il 2 agosto del 195, la cittadinanza onoraria.

Ma torniamo alla strage del 2 agosto 1944: in città manca la luce elettrica, le strade della città sono deserte, piene di rifiuti, cadaveri di animali putrefatti dal caldo estivo ed escrementi. Manca il cibo e l’acqua.

Si diffondono le malattie sia per la fame che per l’assenza di igiene.

La città è quasi deserta.

Tre sacerdoti sono rimasti ad assistere con eroico coraggio i più deboli che non possono lasciare la città, sono       don Gaetano Boschi, don Angelo Fontana, don Antonio Melis.

Sono in possesso di un prezioso lasciapassare tedesco che consente loro di muoversi in città e di distribuire qualche cibo raccolto nei campi fuori città.

Questi eroici sacerdoti sono malvisti dai tedeschi tanto che Don Gaetano Boschi viene aggredito e ferito da una pattuglia tedesca, mentre porta un carretto di viveri, in via Galli Tassi, zona Duomo, e morirà poco dopo per le gravissime ferite riportate.

A lui verrà intitolata una strada parallela a Via S. Maria, accanto al luogo della sua aggressione.

Un sacerdote eroe tra tanti altri eroi, spesso dimenticati.

In questo contesto si colloca la strage della canonica di san Biagio.

I dati certi:

Nella tarda mattinata le 11 persone presenti in canonica sono state prima mitragliate (presso la scala che conduce al primo piano, precisamente nel vano sottoscala) e poi i loro corpi dati alle fiamme con delle fascine e poi con le bombe incendiarie che distruggono  parte dell’edificio, rendendo inutilizzabile la chiesa e la canonica.

Nelle tasche del povero Giovanni Tacchi, una delle vittime il cui corpo fu un po’ risparmiato dalle fiamme, verrà ritrovato un orologio da polso fermo sulle ore 13,43.

Solo sette mesi dopo (sono disponibili i documenti ufficiali), il 14 marzo 1945, vengono ritrovati i corpi, undici, e avviati i lavori per la riesumazione, l’identificazione e successivamente la ricostruzione della canonica e della chiesa.

Sulle cause delle due stragi vi sono diverse ipotesi, certo è solo –e questo è scritto sulla lapide- che in questa canonica 75 anni fa undici persone sono state uccise dai nazisti.

Mi è sembrato giusto, considerato che da nessuna parte vi è memoria pubblica di questo fatto: non sulla lapide alla casa Sbrana o sull’altare qui fuori, non nel parco 2 agosto, non su altri documenti pubblici consultabili in rete, dare pubblica evidenza di ciò che qui è successo, per ricordare, come dice il nostro testo,  a quale caro prezzo il nostro popolo italiano abbia pagato la libertà e la pace che ora tutti noi invochiamo.

Ringrazio il consiglio pastorale ed i miei collaboratori per aver condiviso questa decisione, l’arcivescovo per aver dato il suo consenso, e il Sindaco di Pisa dottor Michele Conti, insieme all’amministrazione comunale, per aver dato il suo autorevole patrocinio e per essere presente qui con noi, insieme alle alte autorità civili, provinciali e militari, a inaugurare la nostra lapide commemorativa.

don Tiziano M., parroco

Pisa, 8 settembre 2019

qui sotto la foto della lapide apposta alla casa rosa (casa Sbrana), luogo della seconda strage compiuta nello stesso giorno 2 agosto 1944 a circa 100 metri dalla canonica, sempre in Via San Biagio (oltre via San Padre Pio, verso l’Arno, la prima corte a sinistra):


il libro di Renzo Vanni “La resistenza dalla Maremma alle Apuane” offre una ricostruzione della strage di San Biagio e può essere consultato qui: 

https://storiedimenticate.wordpress.com/tag/san-biagio/